Esempio becero: a me piace fare battute su internet (come nella vita reale).
Su alcune ci rimugino sopra più che su altre e potrei dire che ce ne sono
alcune di cui sono “fiero”. Una manciata di persone le vedono e possono farsi
una risata o pensare che io sia un cretino. La maggioranza degli italiani non
le vedrà mai e non saprà nemmeno che esisto. Ciò non toglie che, anche se
scrivessi per qualche realtà consolidata on-line per l’umorismo, non mi
considererei mai “comico” o “autore comico”. Non è solo una questione di
passione, ma dell’impegno e del tempo che ci dedichi.
Ad esempio, qualcuno che fa di professione lo stand-up comedian in America o
in Inghilterra, quando non si esibisce, quando non viaggia per arrivare al
prossimo pub, locale, teatro, palazzetto o topaia dove si dovrà esibire o
quando non fa autopromozione, scrive. Con costanza. Magari non produrrà del
materiale fantastico ogni giorno, ma si sforza al meglio delle sue capacità.
Quasi niente è improvvisato e ci vuole un sacco di determinazione. E puoi fare
questo per anni, senza mai diventare famoso. Ciò non toglie che fai quello che
vuoi fare e hai preso una decisione e un impegno mica da ridere. È un lavoro,
con tutto ciò che questo comporta. E io ho un grande rispetto per chi sceglie
questa professione.
Perciò no, non dico di essere un comico anche se faccio battute.
Ripeto:
magari sbaglio io.
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